Sicuramente internet è, e rimane, una buona fonte di informazioni, ma con l’evoluzione dei sistemi, di chi scrive, e di chi vuole avere visibilità a tutti i costi, non tutte le notizie sono vere, oppure se lo sono, vengono male interpretate da chi le propone, con le conseguenti analisi buone o cattive. É questo il caso delle auto che, a seconda dell’angolo di visuale con cui vengono osservate e dalle fonti di riferimento, possono passare dal positivo al negativo e viceversa.
Se prendiamo, per esempio, la produzione delle auto e veicoli leggeri in Italia riferita prevalentemente a Stellantis (unico costruttore in Italia di veicoli di massa), i dati che vengono evidenziati, in questo caso da FIM-CISL dimostrano un calo di produzione del -9,8% nel primo timenstre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023. L’analisi evidenzia che vi è stato in calo generalizzato di produzione grosso modo della metà, tranne Pomigliano e Atessa Lvc che invece registrano una crescita del +26% rispetto al 1° trimestre 2023. Infatti, quella presentata è una media tra i vari stabilimenti Stellantis.
Se invece ci riferiamo alla vendita di veicoli il dato è positivo per il +5,7%, compreso flotte di noleggio, sempre riferito allo stesso periodo di riferimento. Questo dimostra che l’analisi delle fonti sono fondamentali per avere una reale situazione, sulla quale poter fare delle deduzioni. In poche parole, possiamo arguire che produzione e vendita sono due momenti diversi e come tali vanno interpretati. Il forte calo di produzione di alcuni stabilimenti Stellantis è esattamente l’opposto da quello che si prefigge l’attuale Governo del Paese, mentre le performance delle vendite riguardano prevalentemente i veicoli commerciali. Anche se i dati sono scollegati, tutti si aspettano gli incentivi governativi, che possono rappresentare una panacea momentanea, ma non è risolutiva del problema produttivo di veicoli in Italia.