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In tempi non sospetti avevamo avuto uno spirito critico sui veicoli elettrici. La maggior parte degli operatori, però, hanno seguito l’onda della transizione (e non quella dell’innovazione), che ci avrebbe  portato al solo elettrico per la mobilità nel 2035. Cambi repentini di strategia da parte dei costruttori, investimenti miliardari nelle piattaforme e nelle infrastrutture dedicate al solo elettrico, ben sapendo che il vero motore dell’elettrico era la batteria, il cui monopolio è in mano ai cinesi. Produttori di componentistica in crisi, il mercato dell’aftermarket alla ricerca di nuove strategie, occupazione in drastica diminuzione sia per la mancata produzione di veicoli sia a seguito della mancata costruzione di gigafactory per la costruzione di batterie per veicoli elettrici e componentistica collegata, compreso i chip.
Tuto questo si sta sgretolando, è bastata l’invasione di veicoli cinesi sui mercati (americano, asiatico ed europeo) per mettere in crisi i sistemi interni.
La competitività con le auto cinesi il cui costo è mediamente di un terzo inferiore a quello europeo a parità di prodotto, non ha resistito più di tanto. I dazi messi in campo si stanno rivelando un’arma a doppio taglio, con ripercussioni cinesi sui prodotti importati. La domanda interna di auto costruite nel vecchio continente è drammaticamente in calo, tanto che le maggiori fabbriche di costruttori, leader mondiali solo quialche tempo fa, hanno deciso  la chiusura o la riduzione della produzione, con evidenti conseguenze tecnologiche e sull’occupazione. Nessun costruttore è rimasto esente, salvo chi fabbrica vetture di nicchia premium. Volkswagen valuta la chiusura di fabbriche in Germania, i sindacati belgi hanno lanciato l’allarme sull’ipotesi di stop per la fabbrica dell’Audi, frena il mercato in Italia (-13,37% ad agosto) dopo l’esaurimento degli incentivi statali all’acquisto. Stellantis in Italia ha registrato un calo ad agosto del -32,4% a/a, con una quota di mercato che è passata da 31,8% al 24,8% (fonte: M.F.).
Cominciano a fioccare i primi commenti politici: “La decisione di concentrarsi interamente sulla mobilità elettrica in Europa è stata un grave errore. L’ipotesi che la mobilità elettrica si sarebbe affermata nel giro di pochi anni non si è avverata”, sostiene il portavoce della politica economica del gruppo parlamentare tedesco Fdp, Reinhard Houben.

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