Sembra un assurdo, ma il paradosso è rappresentato da quello che che è avvenuto sul mercato europeo prima dell’avvento delle auto elettriche da parte di molti fabbricanti di veicoli, ha dell’incredibile. Da qualche anno sono cambiate le regole per la vendita di auto da parte dei concessionari monomarca che sono diventati una sorta di brooker, agenzie di vendita con regole e mandati diversi dettati direttamente dalle case costruttrici. In parole povere tu mi vendi l’auto alle condizioni prestabilite e io ti riconosco la provvigione. É finita l’epoca in cui ti dovevi mettere in casa un certo numero di modelli che se non riuscivi a vendere entro la fine dell’anno, eri costretto a svenderli a sconto.
Con questo sistema i costruttori non costruiscono più i veicoli in massa, stoccandoli sui piazzali per destinarli alla vendita, ma solamente quelli ordinati, privilegiando l’alta gamma che offre maggiori guadagni. Il risultato di tutto ciò si evidenzia in molti articoli apparsi sui giornali finanziari che, dopo aver esaminato i bilanci di alcune società, si erano resi conto che le auto costruite erano minori del passato, ma i fatturati crescevano. Finchè non c’è un competitor che evidenzia le lacune, tutto va bene, ma è sufficiente che il modello cambi evidenziando la sproporzione tra margini elevati di profitto e quelli più abbordabili offerti dal mercato (cinese), perchè tutto cambi e si entri in un tennel di crisi che non vede a breve soluzioni. Era prevedibile tutto ciò? Certamente si! In effetti il drammatico calo delle vendite si è verificato indifferentemente sui vericoli elettrici e non, per cui la ragion è più commerciale che tecnica.
I veicoli cinesi non hanno fatto altro che evidenziare queste lacune e l’errato modello di business che prevedeva guadagni elevati producento veicoli premium su ordinazione e non produzione di massa di veicoli da stoccare nei piazzali per la vendita.
Cattiva politica industriale, miopia della classe dirigente, visione sul futuro dell’auto fondata più su convinzioni personali che sui segnali premonitori di un mercato in sofferenza verso i quali nulla si è fatto. Disposizioni della UE che hanno privilegiato alcuni mercati a discapito di altri. quello che sia, ora ci ritroviamo a dover correre ai ripari. Qualcuno azzarda ancora agli incentivi per continuare a produrre. Viene spontaneo dire che: “All’uccello ingordo gli scoppia il gozzo”, per sintetizzare quello che sta succendo in Europa ai costruttori di autoveicoli. Ci voleva la defezione del mercato per evidenziare le politiche pressapochiste della UE e l’attuale miopia della maggior parte della classe dirigente dell’automotive, che non ha capito che la sensibilità alla sostenibilità ecologica c’è a patto che sia economicamente sostenibile e finalizzata più all’utilizzo che non all’apparenza.
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