Inutile negarlo, l’Italia punta anche alle alimentazioni alternative rispetto all’energia elettrica. La situazione di mercato che si è venuta a creare nell’ultimo anno ha fatto ripensare a molti Paesi europei che forse puntare tutto sull’elettrico, abbandonando al 2025 le motorizzazioni endotermiche, potrebbe rivelarsi in tragico errore.
Fra le alternative è previsto l’utilizzo di carburanti sintetici (è-fuel) in grado adi abbattere le emissioni di CO2, e quindi sono considerati “carbon neutral”. La Germania è la maggiore produttrice di questo carburante, prevalentemente utilizzato per aviazione, mezzi marittimi e trasporto pesante su strada.
In Italia, Eni è particolarmente attiva nella ricerca e produzione di biocarburanti, contribuendo agli sforzi del paese nel promuovere l’uso di energie rinnovabili nel settore dei trasporti.
Su questa linea è stato raggiunto un accordo con Neste, gruppo finlandese attivo nella produzione di biocarburanti (hydrotreated vegetable oil, adatto ai motori diesel) tra i più importanti a livello globale. Già tra i principali fornitori di Hvo arriva in Italia con il proprio marchio, ora attraverso un accordo con Firmin, distributore di carburanti di base a Lavis (Trento), che erogherà nel nostro Paese da gennaio il proprio Neste My Renewable Diesel (100% Hvo). La partnership prevede una distribuzione soprattutto b2b, con una parte destinata agli automobilisti in alcune prime stazioni del Nord Est.
«L’Italia rappresenta per noi un mercato interessante: è una delle maggiori economie europee, ha target di decarbonizzazione ambiziosi e una normativa avanzata, unica nel suo genere, particolarmente favorevole ai biocarburanti. Un quadro legislativo chiaro e con obiettivi precisi permette agli operatori di programmare gli investimenti», spiega Carl Nyberg, senior vice president Commercial.
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