La comunità scientifica (italiana) non ha incluso (finora) l’utilizzo dell’ozono nei presidi consigliati per la sanificazione delle superfici e degli ambienti, pur considerato che l’uso di questo gas è utilizzato e autorizzato da anni per abbattere la carica batterica e altri agenti patogeni, su derrate alimentari, acqua, ecc., in quanto non sono noti documenti che ne abbiano indicato, durante questa drammatica pandemia ed in modo esplicito, l’efficacia nei confronti del Covid-19. Anche se a livello internazionale ne è stata dimostrata l’efficacia nel disattivare alcuni tipi di virus della stessa famiglia dei coronavirus. La “scienza” ovviamente valida solo se ne verifica l’effettiva efficacia, le modalità di azione e la ripetitività nel tempo dei test che determinano un certo risultato positivo. Oltretutto questo nel caso di agenti patogeni quali i virus è prerogativa di pochi centri mondiali opportunamente attrezzati.
Era solo questione di tempo e, infatti, il primo studio mondiale è stato effettuato dalla Medical University e dal Consorzio MBT di Nara in Giappone. Uno studio di ricerca (professor Toshikazu Yano del dipartimento malattie infettive e patogene e Kei Kasshara, capo del centro per le malattie infettive, Tamura Teco Co, Ldt), ha confermato per la prima volta l’inattivazione del nuovo coronavirus con l’esposizione al gas ozono. Specificando a livello sperimentale le condizioni di inattivazione ha inoltre dimostrato la sua praticità a livello accademico.
L’esperimento è avvenuto nel laboratorio di biosicurezza e tecnologia di cultura dei virus di livello 3 dell’Università. L’ozonizzazione è avvenuta tramite un generatore certificato dall’agenzia giapponese dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici – PMDA) sul nuovo coronavirus in cultura alla concentrazione controllata e mantenuta tra 1,0 e 6,0 ppm ai valori di CT 330, valore di test di verifica per la certificazione dei dispositivi e CT 60, che è il valore operativo per la decontaminazione tramite ozono di emergenza del dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Ministero degli affari interni e delle Comunicazioni.
Il risultato è stato che il virus così trattato, inoculato in alcune cellule, ha confermato il suo potere di inattivazione fino a 1/10.000 (99,9%) confermando la validità pratica dell’ozono nel disattivare il nuovo coronavirus.
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