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Sull’industria dell’auto pesa una stangata di oltre il 7% rispetto al 2021. Questa è l’analisi di Anfia su dati Istat. La sola incidenza del costo dell’energia è però quella che erode la marginalità aziendale, in media si è passati ad aumenti dal 2-3% all’8-10%. La somma degli aumenti delle materie prime e del costo dell’energia sono valori insostenibili per la maggior parte delle aziende che non li possono scaricare sul consumatore finale. I rialzi sui veicoli nuovi si sono già parzialmente scaricati sul mercato; il prezzo medio pagato è salito del 12%. L’automotive, tra produttori e indotto impegna circa 5.000 imprese con un fatturato di circa 100 miliardi di euro, oltre 278.000 addetti, con un investimento di circa un miliardo e seicentomila euro in ricerca e sviluppo, pari al 15% di tutto il settore manufatturiero. La sola componentistica impegna 2.200 imprese. Il tutto ha generato nel 2019 un gettito fiscale di 76 miliardi. Numeri importanti per l’intera economia del Paese, sui quali il Governo dovrà intervenire al più presto per evitare una crisi economica irreversibile.

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