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STMSTMicroelectronic sta sperimentando un semiconduttore in carburo di silicio per l’auto elettrica che aumenta l’efficienza delle batterie del 30%.
Rispetto al microchip in silicio quello in carburo di silicio (SiC) può gestire il triplo dell’energia ed essere dieci volte più piccolo e resistente.

Il risultato è, se applicato sulle auto elettriche, di aumentarne l’autonomia del 30%. Oppure, di installare batterie più leggere e meno voluminose.
Soluzioni queste non da poco se si pensa che il peso nelle auto fa la differenza in termini di prestazioni e autonomia. La prima a muoversi è stata Tesla, che ha scelto i moduli a carburo di silicio di St per la Model 3. Oggi St è l’unica azienda di semiconduttori al mondo a produrre in volumi dispositivi in carburo di silicio conformi agli standard di qualità e affidabilità del settore automotive.
Marco Monti, presidente della divisione automotive St afferma: «Abbiamo calcolato che utilizzare su un veicolo elettrico componentistica St con tecnologia SiC comporta una spesa aggiuntiva di 300 dollari per veicolo, ma permette di risparmiarne 2mila in produzione, sempre per veicolo. Questo perché si riducono i costi della batteria, che può essere più piccola, si ottimizzano pesi e spazi e anche i sistemi di raffreddamento possono essere ridimensionati, e quindi meno costosi».
Jean Marc Chery, presidente e Ceo di St., spiega: «Si stima che il mercato mondiale in questi settori delle applicazioni basate sul carburo di silicio varrà 3,7 miliardi nel 2025. St punta, per quella data, a conquistare una quota pari a 1 miliardo».

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