Mai come in questo momento il settore dell’auto attraversa un momento difficile, non tanto per la manutenzione e riparazione, ma a causa dei mercati di vendita che stanno vivendo momenti drammatici per il cambio di mobilità, delle nuove tecnologie messe in campo, l’invasione delle auto cinesi a prezzi altamente concorrenziali, e alla miopia della UE che non ha saputo abbinare alle disposizioni per l’abbattimento della CO2, altrettante iniziative a salvaguadia delle filiera dell’auto europea.
Un modo per capire le tendenze di mercato è quello di interrogare i consumatori sulle intenzioni attuali e future per l’acquisto del prodotto auto. Tutto questo l’ha fatto Deloitte, con un sondaggio di circa 26 mila interviste di 26 paesi è il risultato, per un certo verso sorprendente, che dovrebbe far riflettere le industrie dei costruttori e la filiera dei componentisti … e la stessa UE.
L’unico dato positivo che emerge nell’ultimo periodo è quello dell’inflazione che rallenta. Se questo è un dato favorevole generale, dobbiamo anche registrare che l’interesse verso la transizione elettrica sta scemando per un ritorno verso i veicoli diesel e benzina, che nell’ultimo anno sono rimbalzati del 30% (+11% in un anno) per gli italiani, che porta la media europea al 43%.
Dobbiamo anche rilevare che, contrariamente a quanto si pensi, gli italiani si confermano più attenti alla sostenibilità della media europea: per gli italiani il primo motivo di acquisto di un veicolo elettrico è la preoccupazione per l’ambiente (51%), mentre a livello europeo prevale l’aspettativa di risparmio sul carburante (media europea 53%).
Il consumatore italiano per il 21% è poco incline a spendere un extra per i servizi di connettività, ma anche gli europei non scherzano, anzi il loro disinteresse è maggiore, 27%.
Quello che invece dovrebbe far riflettere per il futuro del settore, è che i giovani consumatori per il 28% (1 su tre), è disposto a rinunciare alla proprietà dell’auto per l’uso del veicolo con servizi di abbonamento. Questo ovviamente giustifica quello che già si stà verificando con incrementi di acquisto e noleggio per le flotte.
Il veicolo elettrico non rappresenta la soluzione attuale per l’ambiente, permangono perplessità all’acquisto, in particolare, per l’autonomia (45%), per il tempo di ricarica (40%) e per il costo di sostituzione delle batterie (38%). Il 70% dei consumatori italiani è preoccupato per l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di una batteria EV, evidenziando la necessità di strategie di sostenibilità chiaramente definite lungo tutta la catena del valore della produzione. Da non sottovalutare poi, sono le infrastrutture di ricarica che, nonostante lo sforzo e l’incremento del numero, vengono ritenute insufficienti per il 54% degli italiani, anche se dobbiamo registrare che la media europea è complessivamente superiore (59%).
Tutto questo porta il consumatore italiano alla disaffezione verso la marca del veicolo per il 70% (7 su 10), contro la media europea del 54%. Fra i motivi principali per gli italiani gioca un ruolo fondamentale la convenienza sul prezzo, per il 56%, in seconda battuta la qualità del prodotto per il 54%.
Tutto ciò premesso, occorre sfatare chi declara che il mercato delle vendite online sia in rapida crescita. I consumatori italiani hanno bisogno di interagire fisicamente con l’auto da acquistare per il 79%. Non è da meno la media europea (82%), dimostrando che potrebbe essere difficile passare a un processo di acquisto interamente online.
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