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I dazi alla Cina per l’ìimportazione delle auto elettriche l’Europa annaspa tra soggettività del provvedimento, differemziate per marca (collaborativa o meno) di produzione del veicolo. Si va dal 21 al 38 per cento circa oltre al 10 per cento già applicato. La Cina non ci stà e ovviamente c’è da aspettarsi una ritorsione sulle importazioni di prodotti europei. Per il momento si parla di prodotti caseari (formaggi), ma le premesse vanno ben oltre. La confusione è totale e colpisce anche i produttori di componenti che in Europa sono rappresentati in maggioranza dalla Germania e dall’Italia. Confusione, pressapochismo, contraddistinguono l’amministrazione europea che dopo la conferma delle istituzioni dimostra  ancora una volta i suoi limiti.
Inutile negarlo la politica europea sull’automotive ha fallito clamorosamente permettendo alla Cina di produrre e invadere i mercati con le loro auto elettriche, per le quali detiene il pressochè totale monopolio sui materiali, in particolare per le batterie. I rimedi messi in campo sia dai costruttori di veicoli Europei in partnership con le industrie cinesi  e la politica comunitaria, si stanno rivelando un boomerang per alcuni paesi, in primis la Germania.
Negli Stati Uniti hanno preso provvedimenti drastici per limitare l’invasione cinese, l’aumento più importante riguarda proprio le auto elettriche, che quadruplica la tassa passando dal 25% al 100% del valore. L’aliquota sui semiconduttori raddoppia, dal 25 al 50% entro il 2025, così come quella per le celle fotovoltaiche necessarie per produrre i pannelli solari. Le batterie agli ioni di litio passano invece dal 7,5 al 25%. I dazi entreranno in vigore scaglionati da qui fino al 2026.
É vero, i mercati e gli interessi locali sono diversi, ma almeno dimostrano omogeneità, e non ognuno per se come in Europa. Francia e Germania che vanno per conto loro, l’Italia è inesistente, nononstante gli sforzi per rimanere a galla, aspettando che le case cinesi vengano a produrre da noi, dopo la debacle di Stellantis. Insomma! Alla fine facciamo il gioco  dei cinesi che, almeno per i veicoli elettrici, prevedono una penetrazione di mercato nel 2024 dell’11%, dazi si e dazi no!.

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