A causa delle pressioni ricevute da alcuni governi, preoccupati per il settore auto, che già sta vivendo un momento difficile a causa della pandemia da Coronavirus, la corsa al tutto elettrico viene rallentata dalle decisione dell’Unione Europea che ha incaricato un gruppo di lavoro per definire le nuove proposte per lo standard Euro 7. Sembra pertanto rimandato, per il momento, l’addio anticipato ai motori endotermici. La tolleranza delle emissioni per gli ossidi di azoto è stata infatti aumentata da 10 a 30 milligrammi per chilometro accorgliendo le richieste dei maggiori stati membri per una rivisitazione più abbordabile delle emissioni. È bene comunque ricordare che i nuovi standard saranno difficili da sostenere, ma ancora più difficoltosi da raggiungere, tenuto conto che la riduzione delle emissioni inquinanti sono tra le cinque e le dieci volte più severe rispetto allo standard Euro 6. Anche se l’obiettivo non è quello di eliminare i motori a combustione interna, bisogna però stare attentissimi. I tempi per la definizione della nuova normativa sostitutiva dell’Euro 6 sono ancora lunghi, probabilmente gli standard Euro 7 non entreranno in vigore prima del 2025. Gli stessi governi, anche extra europei, hanno stabilito che non si potranno più vendere veicoli con motori endotermici a partire dal 2030 o alcuni dal 2035, ad eccezione dei veicoli addetti all’emergenza e ai veicoli industriali ad elevato tonnellaggio. Gli autoriparatori possono tirare un sospiro di sollievo, ma non troppo, la tendenza rimane comunque quella di eliminare i motori a combustione interna e ciò avverrà gradualmente. La maggiori case automobilistiche hanno già pianificato di non produrre e commercializzare i motori endotermici ritenendo quasi impossibile fisicamente adeguarli alle nuove normative e quando le maggiori case automobilistiche prendono una decisione così radicale, difficilmente si torna indietro.
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