Aggiornamento professionale
Gli autoriparatori e i Periti assicurativi hanno nella loro attività lo stesso oggetto: il veicolo, e su questo dovrebbero valorizzare quello che è necessario fare per la riparazione e il relativo costo: l’uno per conto proprio e l’altro per l’assicurazione tenuta al risarcimento del danno.
In teoria le aziende di autoriparazione non avrebbero bisogno di essere identificate, in base ai requisiti di capacità, qualità, o altri per identificare il lavoro del carrozziere, essendo implicito il requisito dell”aggiornamento, per essere in grado d’intervenire sui veicoli di recente costruzione, ma così non è per il Perito Assicurativo, che potrebbe non essere adeguatamente preparato sui nuovi processi riparativi e relativi costi.
Capire la qualità del lavoro
Un utente, un’assicurazione, una flotta, come fanno allora a capire se l’autoriparatore scelto è all’altezza del compito affidatogli? Allo stato attuale non esiste nessun identificativo che lo metta in evidenza, se non il passaparola da chi ha già usufruito delle prestazioni. Allora, sarebbe necessaria un’indicazione che differenzi chi ha posto energie, tempo e denaro per l’aggiormento professionale da quelli che, invece, non hanno fatto nulla, per adeguarsi ai repentini cambiamenti tecnologici che hanno subito i veicoli.
Se allarghiamo la rosa a tutti i personaggi che sono coinvolti nel processo di stima del danno ai veicoli, allora dobbiamo identificare anche nei periti assicurativi, la categoria di quelli che devono adeguare la loro professionalità alle nuove tecnologie da chi non l’ha fatto.
Ma se allarghiamo ancora la rosa alle flotte e assicurazioni e alle reti di riferimento da queste create, la necessità di identificare gli autoriparatori e i periti in base alle loro caratteristiche professionali, è fondamentale per garantire un processo riparativo in sicurezza. A molti questa selezione potrebbe sembrare più una discriminante all’interno delle rispettive categorie, non essendoci una legge che impone regole di aggiornamento professionale obbligatorio per gli autoriparatori, se non l’ottenimento, dell’autorizzazione Ministeriale per poter esercitare (122/1992) e il buon senso, mentre per i Periti Assicurativi è obbligatoria l’iscrizione all’apposito ruolo decreto legislativo n. 209/2005, articolo 157. Regolamento Isvap (ora Ivass) n. 11/2008, articolo 16 – 2 comma e CONSAP, n. 3 del 4 ottobre 2024, articolo 5 – 2 comma), dove viene specificato che: “I periti curano, periodicamente, il proprio aggiornamento professionale”, senza però indicare e identificare, modalità, controlli o altro, atti a verificare il tipo e lo stato dell’aggiornamento.
Il perito diventa “mediatore”
Le assicurazioni, alle quali è stato affiancato per legge il Perito Assicurativo come partner tecnico, non sono state in grado di gestire, questo indispensabile professionista, ne per la parte economica ne professionale, ma l’hanno visto più come una fonte di spesa che un risorsa utile. Il perito si è adeguato, suo malgrado, ma allo stato pratico ha fornito alle mandanti un lavoro di routine standardizzato, più come mediatore, che applica parametri non suoi, che come tecnico, vanificando quello che era stato lo spirito originario del legislatore con l’istituzione del ruolo periti assicurativi: “controllo dei costi e per un equo risarcimento al danneggiato“.
Libera professione
La forza delle associazioni di categoria dei periti assicurativi non è stata sufficiente a modificare lo status quo, nonostante la pressione sulle assicurazioni e sulla politica, era pertanto inevitabile, giocoforza per la stessa sopravvivenza della categoria, che il perito assicurativo cercasse nuove vie. Ed oggi ci troviamo di fronte a molti professionisti che operano la libera professione, svincolati dal mercato assicurativo, come partner di autoriparatori e danneggiati insoddisfatti delle proposte assicurative. Una soluzione che si sta diffondendo sempre più sopportata, e in alcuni casi supportata dalle stesse associazioni di categoria, che sotto l’egida dell'”esperto dell’auto”, parafrasando quello che avviene prevalentemente nel resto d’Europa, mettono a disposizione la loro professionalità all’autoriparatore o al cliente privato, Ovviamente a costi e parcelle ben diversi, pagati dalle assicurazioni e di conseguenza con ricaduta su tutti i consumatori sotto forma di premio di polizza.
Morale
La morale di tutto ciò e che il mercato assicurativo si trova sempre più nella condizione di dover pagare di più, per i risarcimenti e che addirittura paga senza opporsi più di tanto, ben sapendo che un contenzioso gli sarebbe sfavorevole sia come giudizio e sia anche sotto l’aspetto eoconomico. Tutto questo è però frutto della mala gestione di un mercato che negli anni avrebbe dovuto capire che il professionista è un valore aggiunto, messogli a disposizione dalla legge, per un equo risarcimento al danneggiato, basato su parametri tecnici.
Così non è stato.
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