Disaffezione alla professione di CTU
L’albo unico telematico dei CTU iscritti ai tribunali, ha registrato un drastico ridimensionamento, da 153.000 a 54.249 con l’aggiunta di 9.260 periti al mese di marzo 2025.
Un crollo annunciato per vari motivi, due principali sono dovuti alla pulizia degli elenchi effettuata dall’obbligo di inscrizione telematica, che ha eleminato dai vecchi elenchi professionisti che non esercitavano più, mai concellati e le tariffe irrisorie, ferme da oltre 23 anni.
Tariffe
Risale infatti al 2002 la revisione delle parcelle che prevedeva l’adeguamento triennale agli indici Istat per i prezzi al consumo, mai effettuato. Tariffa che prevede 14,68 euro per le prime due ore e 8,15 euro per le successive due ore.
Per ovviare a queste distorsioni di trattamento economico, dichiarato incostituzionale anche dalla Corte di Cassazione, viene appilicato l’articolo 52 del Testo unico spese di giustizia, che raddoppia o dimezza i compensi a discrezione del giudice, creando disomogeneità sul territorio.
Dal 2023 è stata attivata una commissione che dovrebbbe rivedere le nuove parcelle entro il mese di marzo 2025.
Formazione
Altra problematica inerente la professione di CTU riguarda la formazione tecnica e giuridica, quanto mai necessarie in questo momento di cambiamento tecnologico e normativo.
Morale
Il compenso di 4,075 euro all’ora, disincentiverebbe qualsiasi lavoratore a prestare la propria opera, se poi a questo professionista si chiede una formazione e aggiornamento tecnico e giuridico, le vacazioni necessarie e quant’altro per poter portare a termine con serietà e competenza la sua professione, allora si capisce perchè i CTU si sono ridotti a 1/3 di quelli precedentemente iscritti.
