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L’auto elettrica una storia che ritorna

Favola energia elettricaLa macchina del tempo ci ha portati nel 2035, la situazione della mobilità è stata risolta e i veicoli elettrici la fanno da padrone nella circolazione stradale. Quasi tutti i veicoli con motore endotermico sono stati sostituiti, le colonnine di ricarica si trovano un  pò dappertutto, i tempi necessari per fare il pieno di energia sono stati abbassati notevolmente, l’autonomia  delle auto è migliorata, anche grazie alle nuove batterie, l’industria dell’auto europea si è adeguata e fa la gara commerciale con i mercati asiatici (Cina).
Nel corso degli ultimi anni, però, ci si è accorti che l’energia elettrica necessaria per far funzionare la massa dei veicoli leggeri, pesanti, terrestri, marini, e avio, incluse le necessità delle città (abitazioni, uffici, apparecchiature elettroniche, ecc.), le industrie maggiormente energivore che nel fratemmpo si sono trasformate, è insufficiente, nonostante siano state coperte vastissime aree con pannelli fotovoltaici e molte altre zone con pale eoliche.

L’idrogeno

L’idrogeno è entrato nel comparto automotive in misura marginale, mentre viene sfruttatto maggiormente per le industrie e i vecoli industriali. I costi dell’energia elettrica sono aumentati tanto da non  costituitre una convenienza economica rispetto i combustibili fossili utilizzati nel passato.

Non tutto quello che luccica è oro

In questo panorama, che ci era stato prospettato come risolutore di tutti i problemi del clima, con l’abbattimento quasi totale delle emissioni di CO2 in atmosfera, ci si è accorti che il processo di produzione e immagazzinamento dell’energia (batteria, pannelli e quant’altro) comporta emissioni consistenti di inquinanti e come aggravio esiste un problema di estrazione delle materie prime per le batterie, non solo per autoveicoli.
La nuova gestione della UE ha commissionato uno studio per valutare l’impatto sul clima e anche quello sociale e sull’industria, che le scelte del passato (2019-2024) hanno comportato, venendo alla conclusione che occorreva mantenere la doppia linea di motorizzazione (elettrico e alimentazioni endotermiche, alternative al fossile), per ottimizzare e conciliare sia l’impatto ambientale, sia la sostenibilità dall’economia industriale del settore.

Conclusioni

Questa è una favola rapportata al 2035, noi però siamo ormai nel 2025 e credo che ci siano tutti i presupposti e il tempo per trovare le soluzioni giuste per rimediare al clima e soddisfare le necessità dell’industria dei vari paesi europei.

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