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La tanto attesa audizione alla Camera di Tavares, dopo quella con i sindacati, non ha rappresentato una novità, almeno stando alle reiterate affermazioni fatte in questi anni dal Ceo di Stellantis e mai mantenute. Neanche farlo apposta Tavares scarica la colpa della situazione difficile in cui si trova il mercato dell’automotive al costo dell’energia in Italia, più caro che negli altri Paesi Europei, e al costo dei veicoli con un gap alla produzione superiore del 40% (dicasi 40% per chi non avesse ben compreso). Ma scusate queste cose non le sapeva anche un anno, due anni fa, quando il Regolamento Europeo Fitfor55 ha programmato la transizione verso il tutto elettrico al 2035? Che il mercato, soprattutto Italiano,  non gradisse le vetture full electric, lo si era capito da tempo, non ci voleva la debacle attuale del mercato europeo. Allora c’è da chiedersi perchè il Ceo di Stellantis ha continuato a dichiarare al Governo italiano che avrebbe aumentato la produzione, creato fabbriche per le batterie elttriche, mantenuto e incentivato marchi prestigiosi italiani, cose che invece non si sono verificate nonostante gl’incentivi erogati e che oggi, alla luce della debacle del mercato, cerca di minimizzare correndo ai ripari con proclami di rimodulazione della produttività degli stabilimenti, dei modelli ibridi che saranno costuiti nel 2025 e 2026. Che peso possono avere le parole spese da chi nel 2026 non c’è già più perchè pensionato. Chi ci crede più, forse i sindacati che così mantengono sulla corda i lavoratori in agitazione.
Ovviamente Tavares in tutto quello che è successo in Italia (ma anche negli Stati Uniti), non centra, la colpa secondo lui è caso mai del Governo Italiano che concede pochi incentivi all’acquisto di veicoli elettrici  e quando questi finiscono, si fermano anche le vendite.
Non è per caso che le vendite dei veicoli elettrici prodotti in Europa non si vendono perchè sono mediamente più cari, a parità di condizioni, di circa il 30% di quelli presenti di produzione cinese?
Ora c’è da chiedersi se il falllimento decretato dal mercato era prevedibile e allora il manager che ha sbagliato nelle scelte andrebbe estromesso dal comando di una delle maggiori società costruttrici il cui peso è determinante in molti Paesi Europei e mondiali, se al contrario era una condizione obbligata dal Regolamento Europeo Fitfor55, si doveva mettere in evidenza le incongruenze e, al caso, innescare una battaglia per modificare il regolamento che in buona sostanza ha affossato l’industria automotive, e la filiera ad essa abbinata della componentistica. Ma anche in questo caso Tavares si discosta da quasi tutti gli altri costruttori, sostenendo che il Regolameto va perseguito : “Noi siamo pronti, mentre alcuni concorrenti non lo sono”, è stato il suo commento.
Le scelte europee avallate e seguite pedissequoamente dai maggiori costruttori di veicoli con investimenti miliardari, senza immaginarsi che si sarebbero così consegnati mani e piedi al mercato cinese la cui tecnologia sui veicoli elettrici era molto più avanzata che non in Europa. Tenuto anche conto che i Cinesi hanno il quasi monopolio delle materie prime e di conseguenza l’85% delle batterie necessarie per  far funzionare i veicoli elettrici, nel momento che si apre il mercato europeo per la vendita dei loro veicoli, era alquanto evidente che il mercato interno andasse in crisi.
La soluzione di Stellantis è quella di puntare sull’ibrido elettrico, maggiormente gradito e sicuramente scevro dei problemi che hanno contraddistinto i veicoli elettrici.
Sulla Joinventure con Leapmotor (cinese) per il numero uno di Stellantis sostiene che rappresenta: “Una mossa intelligente, perchè se vogliamo essere competitivi e concorrenziali con i cinesi bisogna imparare a conoscerli bene”. Un proverbio dice che “chi si loda si sbroda”, e questo ci sembra il caso rappresentato dalle parole di Tavares. Il quale ribadisce che la Joinventure con Leapmotor: “Ci permetterà di essere l’unica azienda in grado di trarre vantaggio da una situazione complessa”. Cosa vuol, dire con queste parole… ancora nulla.

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