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Abbiamo già avuto modo di sottolineare come l’Intelligenza Artificiale (IA), sia l’argomento preponderante dell’anno. Sembra che senza questo strumento non sia più possibile svolgere le normali attività industriali. finanziarie, mediche eccetera. L’IA ha dimostrato però i suoi limiti, dovuti prevalentemente agli algoritmi di cui è composta, che non sono ancora validi per tutte le situazioni. Nelle aziende, dove l’IA  sarebbe diventata indispensabile, ci si è accorti che nei processi tecnologici l’elemento umano è ancora necessario, nonostante il sistema di IA sia sempre più sofisticato e adattato alle esigenze tecnologiche dell’azienda che lo adopera. Processi standard con varianti ben codificate, aspetti gestionali dellìazienda, dei clienti, di alcune situazioni della logistica, l’IA è insostituibile, ma in altre funzioni non rappresenta ancora la panacea universale così come è stata presentata.
Ciò premesso, in attesa che l’IA venga ulteriormente perfezionata nel tempo e che rappresenti veramente un ausilio indispensabile per la vita umana, lo strumento mostra i suoi limiti in ordine anche per le informazioni fornite. A tal proposito occorre precisare che nel campo dell’informazione, per esempio, l’IA fornisce la risposta pescando fra le migliaia di notizie presenti sparse sulla rete internet in tempi brevissimi (questo è il vantaggio), ma fra queste possono esserci informazioni reali da quelle artatamente false. É questo un fenomeno ben conosciuto da chi programma gli algoritmi e anche dalle politiche dei vari paesi che li adoperano, che hanno messo in atto strumenti per regolamentarlo, essendo impossibile eliminarlo. Fra questi, la tutela del diritto d’autore e del contrasto ai deepfake (per creare fake news, bufale e truffe, su immagini o video).
Sul tema si è svolto un incontro tra i sottosegretari di Palazzo Chigi con delega per l’innovazione, all’editoria e le principali piattaforme (Amazon, Apple, Aws, Google, Ibm, Meta, Microsoft, OpenAI, Oracle, TiTok), per nindividuare un testo unico dei servizi audiovisivi e introdurre l’obbligo di riconoscibilità dei prodotti generati dall’IA, attraverso l’apposizione di una filigrana digitale. Quanto al pacchetto di norme penali allo studio del ministero della Giustizia, spicca la previsione della reclusione da 1 a 5 anni per chiunque causa ad altri un danno utilizzando contenuti manipolati con l’IA e atti a indurre in inganno sulla loro genuinità o provenienza.

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