Molti artigiani e piccole imprese dal 1° gennaio 2020 dovranno adeguarsi alla normativa che rende operativo lo scontrino elettronico, pur se in un arco di tempo di sei mesi. Questa disposizione appare come un aggravio di responsabilità e carico di lavoro per il piccolo imprenditore, per l’operatività quotidiana in aziende che spesso, fino ad oggi, non erano dotate di registratore di cassa ma rilasciavano la semplice ricevuta cartacea. Perplessità e costi emergono anche per l’acquisizione di un registratore e di un collegamento internet, che al netto dei 250 euro di credito d’imposta consentiti dallo Stato, rimangono comunque elevati a carico delle aziende.
Sono particolarmente coinvolti i titolari dei saloni di acconciatura, estetica, nails, tatuaggi, massaggi, gli impiantisti per i lavori a domicilio, le lavanderie, le sartorie, i calzolai, autoriparatori in genere, gommisti ed altre attività con un front office commerciale.
I registratori telematici, connessi ad internet, emetteranno i documenti commerciali (una sorta di scontrino) da consegnare ai clienti, ma nel frattempo, dopo che tutte le operazioni saranno caricate sul terminale entro le ore 24, creeranno un apposito file alla chiusura di cassa giornaliera, che verrà blindato elettronicamente e automaticamente inviato all’Agenzia delle Entrate in un apposito lasso di tempo, in ogni caso entro i 12 giorni successivi.
La sanzione, in caso di mancata registrazione dell’incasso, è pari al 100% dell’imposta non documentata. Oltre ai registratori telematici, è possibile utilizzare altri sistemi, come l’apposito spazio del sito internet dell’Agenzia delle Entrate, oppure un sistema di fatturazione elettronica.
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