Cambia il metodo di calcolo dei ristori, ma il risultato seppur più ampio nella platea dei destinatari, non cambia di molto. Qualcuno le definisce briciole in proporzione a quella che è stata la diminuzione di fatturato da un anno all’altro, ma veniamo al dettaglio. Un artigiano attivo nel settore dell’autoriparazione il cui fatturato è passato dai 177mila euro del 2019 ai 93.600 del 2020, con una perdita di oltre 83mila euro, il 47% del totale. Il ristoro atteso, secondo i parametri previsti per l’erogazione del contributo, è di 3.475 euro. I calcoli li ha fatti l’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Rovigo analizzando l’ultimo decreto in materia di ristori. Riferendoci al settore dell’autoriparazione se sei un meccanico e il Covid ha dimezzato il tuo giro d’affari e sui conti di officina di fine anno mancano quasi 84mila euro. Beh! te ne arriveranno 3.475. Ti sembrano pochi? forse in proporzione, ma almeno pagherai le spese delle bollette dell’energia elettrica, non certamente tutte le tasse o altro.
Questo criterio vale un po’ per tutte le categorie. Non era certamente pensabile che il ristoro comprendesse tutte le perdite di fatturato, delle partite Iva, sarebbe stata una debacle finanziaria che l’Italia non si può permettere, anche perchè chi ha un’attività propria deve mettere in bilancio il rischio d’impresa, ma qui non si tratta di scelte sbagliate dell’imprenditore, ma di imposizioni dirette e indirette intrapprese politicamente dal Governo a seguito della pandemia. Per cui – forse – uno sforzo maggiore andava fatto, magari intervenendo anche con un abbattimento di alcune imposte e tasse.
BUONA PASQUA