L’emergenza COVID-19 per alcuni settori poteva essere un’opportunità per approfittare della quasi totalità del fermo della circolazione per sistemare le infrastrutture e la manutenzione delle strade. In alcuni stati europei questo è avvenuto, mentre da noi no! Nonostante queste attività siano state escluse dal blocco, i lavori si sono fermati, soprattutto a causa delle lentezze burocratiche e di un rapporto con le pubbliche amministrazioni reso ancor più farraginoso dall’emergenza che ha spinto molti uffici a rinviare l’approvazione e la firma di progetti cantierabili. A frenare il settore sono stati prima di tutto lo shock iniziale prodotto dalla consapevolezza della pericolosità del virus, successivamente la scarsa reperibilità dei dispositivi di protezione individuale, necessari per rispettare i nuovi protocolli di sicurezza e prevenzione e non ultimo, i rallentamenti delle attività operative all’interno delle stazioni appaltanti (Comuni e Province in primis). Si è perso tempo e non si sono sfruttati alcuni fattori eccezionali: il bel tempo che ha caratterizzato tutto l’inverno e che continua in questa primavera. Oggi si chiede di sbloccare i troppi cantieri stradali fermi, sfruttando al meglio ancora questo periodo di basso costo delle materie prime e di scarsa circolazione dei veicoli sulle strade.“Occorre superare velocemente l’empasse collegata alla fase d’emergenza”,sottolinea il Presidente SITEB – Michele Turrini, “Lo smart working nel pubblico impiego, ha nei fatti rallentato molti lavori, allungando le procedure per l’ottenimento di permessi e certificazioni e rinviando l’esecuzione dei lavori…. Per agevolare la ripresa dei lavori in questa fase andrebbe, inoltre, superato il Codice Appalti, già molto farraginoso per le amministrazioni locali in condizioni normali e accelerare le aggiudicazioni delle gare, dando tempi certi per la partenza dei lavori”.
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